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taylor acoustic guitar with back facing camera to show grain of wood

I legni Taylor

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Come legni diversi danno un carattere particolare al suono

Adoriamo il legno. C’è qualcosa di ancora più affascinante nell’idea di ciò che chiamiamo legno da strumento: delle specie che hanno una naturale predisposizione alla musica, proprio come alcune persone. Ma cos’è un legno da strumento? È un modo per descrivere delle specie di legni con caratteristiche che in un certo senso si adattano bene agli strumenti acustici.

Le chitarre sono fatte con una combinazione di legni diversi, ognuno dei quali ha un ruolo importante nell’articolazione del suono. Se ci limitiamo al corpo della chitarra, pensiamo alla relazione tra il top, o il suo nome musicale più intrigante, la tavola armonica, il fondo e le fasce (entrambi formati dallo stesso legno).

Per i top di solito usiamo legni morbidi, come l’abete rosso o il cedro, che derivano da alberi coniferi. Tendono a essere leggeri, anche se sono duri e forti, e ad avere un’elasticità che permette loro di essere messi in movimento con facilità. E questa è una parte importante del lavoro, perché imbrigliano l’energia delle corde che vibrano per muovere l’aria dentro il corpo della chitarra. In generale, questi legni producono un’ampia gamma dinamica.

A volte usiamo dei legni duri, come il mogano o il koa per i top delle chitarre. Questi materiali più densi richiedono una maggiore energia per mettere in movimento e la vibrazione tende a muoversi in modo più graduale attraverso questi legni. Il risultato è una specie di effetto di compressione naturale, che arricchisce l’attacco iniziale dello strumento, producendo un suono focalizzato con meno armonici.

I legni duri si usano sempre per il fondo e le fasce. In pratica formano la cassa della “scatola” acustica proporzionata, che aiuta il tono naturale e amplifica il suono basato sulle caratteristiche acustiche uniche del materiale. Descrivere l’identità sonora inerente di ogni specie di legno è un po’ riduttivo, perché non lo ascoltiamo mai isolato, ma sempre insieme ad altri elementi, compreso quello più importante: chi lo suona. Quindi, in un certo senso, descrivere il suono di un legno è un po’ come descrivere il sapore di una spezia: sì, ha un’identità definita, ma la sua magia funziona in base al ruolo che riveste in una ricetta più ampia, determinato dallo chef (o in questo caso dal liutaio). E a volte lo sforzo per semplificare le proprietà sonore di un legno può portare a un fraintendimento o a una generalizzazione eccessiva.

Detto questo, adoriamo esplorare il mondo dei legni con gli appassionati di chitarra, con la speranza di fare luce sul loro carattere musicale naturale e sul loro contributo al suono di uno strumento. Se non altro, questo farà riflettere quando si suona e si ascoltano chitarre diverse. E più si fa, più la propria palette musicale sarà arricchita e le sfumature che distinguono le chitarre realizzate con vari legni saranno apprezzate. È un esercizio divertente, se ci è concesso dirlo.

Profili del suono

Quest’anno abbiamo chiesto al nostro mastro liutaio Andy Powers di mettere in evidenza le proprietà che ritiene importanti nel valutare i legni usati per una chitarra. O come dice lui, “le caratteristiche che riguardano direttamente l’esperienza del musicista con lo strumento”. Ha selezionato quattro categorie, ognuna ricopre uno spettro sonoro. Non sono in ordine di importanza.

1. Gamma delle frequenze

Si pensi a una curva del quoziente emotivo. Spesso descriviamo le caratteristiche sonore di un legno in termini di tendenza a risuonare in una certa gamma di frequenze (cioè accentuando le basse, le medie o le alte). Per esempio, il palissandro tende a favorire le frequenze medie e alte. L’abete rosso tende a preferire le frequenze alte.

2. Profilo degli armonici

A un’estremità della scala c’è l’affinità naturale verso la complessità armonica; la tendenza a risuonare non solo con la nota di origine e gli armonici delle corde, ma di permettere anche di sentire gli ulteriori armonici. Si pensi al suono ricco del palissandro, con gli armonici che risuonano. All’altra estremità c’è la tendenza del legno a focalizzarsi di più sulla fondamentale, in pratica a smorzare l’ingresso dei propri armonici, permettendo di udire solo la nota di origine e gli armonici generati dalle corde. Si pensi al suono asciutto e focalizzato del mogano. Una cosa che Andy enfatizza è l’evitare di pensare alla complessità degli armonici come buona e allo smorzamento come cattivo. “I due estremi non sono né buoni né cattivi. Sebbene dipendano dalle proprie preferenze come musicisti, sarebbe errato etichettarli frettolosamente” dice.

3. Riflettività

Questo spettro indica il grado dell’inclinazione del legno a prendere il carattere del musicista e/o il design della chitarra, oppure a far valere il suo carattere sonoro. Ciò riguarda la scala con contenuti armonici menzionata sopra. Per esempio, spesso descriviamo l’acero come un legno che riflette il musicista, il che significa che ha una certa qualità neutrale o trasparente che gli permette di trasmettere lo stile del chitarrista o il design dello strumento in modo più chiaro. Il risultato è l’essere più un camaleonte. Altri legni, come il palissandro, tendono ad avere dei tratti distintivi più intensi che daranno sempre carattere al suono, indipendentemente dal musicista o dal design dello strumento.

4. Sensibilità al tocco

Questa è un’esplorazione personale. Un musicista capirà immediatamente con quanta facilità la chitarra risponderà al suo tocco. Ciò può essere dovuto a vari fattori come la densità, la forza e il peso del legno. A un’estremità della scala c’è una chitarra che risponde subito al tocco più leggero con un suono aperto e arioso; all’altra estremità c’è una chitarra che risponde bene a un attacco forte, producendo una proiezione densa e ugualmente forte.

Spesso parliamo della sensibilità al tocco nel contesto della tavola armonica. Per esempio, un top in cedro è leggero e ha un elevato grado di sensibilità al tocco, ed è per questo che spesso attrae chitarristi fingerstyle con un tocco leggero. Un legno come l’abete rosso Lutz o Adirondack tende ad avere una sensibilità al tocco minore dovuta al peso e alla forza. Spesso risplende nelle mani di musicisti con un attacco leggero ed è caratterizzato da una certa forza sonora. Un top in legno duro come il mogano ha una sensibilità al tocco minore e, grazie alla compressione naturale, aiuta ad appianare un attacco più pesante.

Abbinamenti dei legni

Di nuovo, è bene ricordare che la personalità sonora di una chitarra acustica deriva da una combinazione di legni, forma del corpo, incatenatura e altri elementi di design, musicista e altre caratteristiche. Ma supponiamo che gli elementi di design, la forma e il musicista siano gli stessi e guardiamo solo il modo in cui gli abbinamenti di legni sul corpo di una chitarra (il legno del top insieme a quello usato per il fondo/fasce) potrebbero funzionare. Per esempio, prendiamo il corpo della Grand Auditorium con il top in cedro e il fondo e le fasce in palissandro, e analizziamo questo accoppiamento basato su queste quattro categorie in termini sonori.

Il top in cedro avrà la tendenza a: 1) preferire basse frequenze; 2) avere una complessità armonica medio-alta; 3) suonare in modo molto simile a se stesso; 4) e avere un alto grado di sensibilità al tocco. Il palissandro: 1) privilegerà le frequenze basse e alte; 2) avrà un alto grado di complessità armonica sulle alte e uno leggermente minore sulle basse; 3) rifletterà moltissimo il legno; 4) e avrà poca sensibilità al tocco da solo.

Il risultato di questi elementi insieme è una chitarra con un suono caldo e ricco in termini armonici, caratteristico, che risponde velocemente a un tocco leggero, rendendola una buona scelta per i musicisti fingerstyle che vogliono uno strumento dal suono caldo.

E un corpo Grand Auditorium con top in abete rosso Lutz e fondo e fasce in mogano?

L’abete rosso: 1) preferirà le frequenze alte; 2) avrà una complessità armonica medio-alta; 3) si troverà al centro della scala che riflette il musicista e il legno; 4) avrà una sensibilità al tocco minore a quella del cedro per la forza e il peso. Il fondo e le fasce in mogano: 1) preferiranno le basse frequenze; 2) avranno fondamentali molto forti; 3) rifletteranno sostanzialmente il musicista e il design; 4) avranno un livello di sensibilità al tocco più alto. Nel complesso, questa chitarra avrà una risposta alle frequenze bilanciata, un piacevole equilibrio armonico, tenderà a riflettere il musicista e avrà una leggera preferenza per uno stile musicale più forte.

Ecco un altro esempio di top in legno duro: una Grand Auditorium interamente in koa.

Il koa: 1) avrà una leggera preferenza per la gamma media, al limite del neutro; 2) cadrà vicino al centro della gamma di complessità armonica; 3) cadrà vicino alla gamma media della riflettività, suonando un po’ come il musicista, come il design e come se stesso; 4) e cadrà nel mezzo della sensibilità al tocco, sia con il plettro che con le dita.

In questo esempio, l’utilizzo dello stesso legno per l’intero corpo rivela alcune caratteristiche che diventano sempre più importanti per il ruolo che questo materiale svolge. Come top, il koa ha una sensibilità al tocco minore rispetto al fondo, a causa dell’accoppiamento diretto con le corde. Di conseguenza, questa combinazione interamente in koa produce una risposta uniforme delle corde, rispondendo bene al plettro e alle dita, con una risposta tonale ben bilanciata, offrendo un accenno della sua dolcezza intrinseca e riflettendo parte del design, dello stile musicale e della propria personalità. Infine, appiana l’articolazione del musicista senza richiedere uno stile aggressivo. E, oh sì, inoltre il koa è splendido da un punto di vista visivo (ammettiamolo: a volte “sentiamo” anche con gli occhi!).

Infine, Andy riconosce che, mentre alcuni musicisti e liutai sono tentati di quantificare il ruolo che il legno del top riveste nel produrre il suono complessivo rispetto al legno del fondo e delle fasce, in realtà può variare in base ai legni e al design.

“Ho sentito dire che il 95 percento del suono di una chitarra acustica proviene dalla selezione del top”, spiega. “Se questo fosse vero con le nostre chitarre, si potrebbe prendere una Grand Auditorium in abete rosso e acero e una Grand Auditorium in abete rosso e palissandro, e suonarle uno dopo l’altra, e al 95% avrebbero lo stesso suono. Potrebbero essere solo le mie orecchie, ma io non le sento così. Ho pensato a lungo al fatto che non tutte le percentuali sono uguali e che in realtà quest’ultimo cinque percento è molto più significativo del restante 95”.

Non potremo mai sottolineare abbastanza che la carta del suono dipinge solo un quadro parziale. Ma si spera che fornisca alcuni criteri utili per valutare le proprietà acustiche di qualsiasi chitarra si suoni.


Legno massello vs. impiallacciato

Una differenza importante tra i materiali che usiamo riguarda il legno: massello o impiallacciato. I legni masselli producono un suono più complesso che migliora nel tempo. Ogni modello della linea Taylor è caratterizzato da una cassa armonica in legno massello.

Le nostre costruzioni in legno impiallacciato (fondo e fasce dalla nostra serie 200 in giù) consistono di un nucleo centrale con uno strato più sottile su ogni lato. Realizzare chitarre con fondi e fasce in legno impiallacciato ci permette di utilizzare le risorse in modo efficiente e di combinare i legni con pattern a venature alternate per aumentare la stabilità e l’elasticità dello strumento.

Legni per fondo e fasce

I legni duri provenienti da alberi caducifogli sono usati solo per i fondi e le fasce di una chitarra. Questi elementi sono la struttura di supporto dello strumento e contribuiscono alla rigidità e alla stabilità che aiuta a blandire un sustain maggiore per la chitarra, insieme alle caratteristiche fisiche che enfatizzano le diverse frequenze sonore. Considerateli come i controlli naturali del suono in una chitarra acustica, che aggiungono basse, medie e alte con vari gradi di armonici.

Palissandro indiano

Serie

Serie 900, 800, 700, 400

Profilo sonoro

  • Basse calde e risonanti con alte brillanti
  • Armonici complessi con un ricco sustain
  • Medie scavate ideali per i chitarristi che cantano

Koa hawaiano

Serie

Serie Koa

Profilo sonoro

  • Forte presenza delle medie e più brillantezza delle alte
  • Invecchia con grazia: più lo si suona, più il koa si aprirà e si addolcirà
  • Una bella venatura dà un carattere visivo straordinario

Acero

Serie

Serie 600

Profilo sonoro

  • Famoso nel mondo degli strumenti ad arco per la sua risposta trasparente e lineare
  • Riflette molto bene il chitarrista, perché si adatta al suo approccio e alla sua tecnica
  • La V-Class aggiunge più calore, più sostegno e una gamma dinamica più ampia

Mogano tropicale

Serie

Serie 500

Profilo sonoro

  • Focus sulla forza delle fondamentali senza molti armonici; la nota che si suona è quella che si sente
  • Risposte tonali poco risonanti e legnose
  • La compressione naturale distende i volumi acuti per una risposta sempre maggiore

Ovangkol

Serie

Serie American Dream

Profilo sonoro

  • Un legno simile al palissandro africano con uno spettro tonale ampio ed equilibrato
  • Medie incisive che aumentano gradualmente fino ad alte brillanti e articolate
  • Profondità e carattere piacevoli che derivano dalle basse reattive

Modelli in evidenza

Sapelli

Serie

Serie 300, Serie American Dream

Profilo sonoro

  • Focus sulle fondamentali simile al mogano, ma con alte un po’ più brillanti
  • Spettro tonale regolare ed equilibrato
  • Si affianca in modo splendido ad altri strumenti

Modelli in evidenza

Blackwood tasmaniano

Serie

Serie 300

Profilo sonoro

  • Un’altezza extra dà volume senza scavare troppo
  • Suono poco risonante e chiaro, simile al mogano
  • Versatile e adattabile per un’ampia gamma di stili e situazioni

Modelli in evidenza

Urban Ash™

Serie

Serie 300 (Builder’s Edition 324ce, 326ce), GT/GTe Urban Ash

Profilo sonoro

  • Paragonabile al mogano
  • Focus sulle fondamentali con un suono diretto e poco risonante, e un po’ di compressione naturale
  • Risponde bene a tutti gli stili

Legni per tavole

Il legno usato per la cassa armonica di una chitarra gioca un ruolo chiave nella definizione del suono generale di uno strumento. Di solito, usiamo dei legni “morbidi” che provengono da alberi coniferi. Abete e cedro sono stimati per essere sia leggeri sia forti, con un’elasticità che permette loro di attivarsi facilmente.

In alcuni casi, usiamo dei legni duri, come il mogano e il koa hawaiano, per la tavole delle chitarre. Questi materiali più densi richiedono più energia per attivarsi, e la vibrazione tende a muoversi in modo più graduale. Il risultato è un effetto di compressione naturale che migliora l’attacco iniziale dello strumento producendo un suono focalizzato con meno armonici. Queste sono le scelte ideali per i chitarristi che di solito amplificano la chitarra acustica.

Abete Sitka

Profilo sonoro

  • Deciso e articolato, con un’ampia gamma dinamica
  • Favorisce una grande varietà di stili e generi musicali

Modelli in evidenza

Abete Lutz

Profilo sonoro

  • Ibrido naturale di abete Sitka e bianco/Engelmann
  • Genera una potenza e un’altezza extra come l’Adirondack secolare

Mogano

Profilo sonoro

  • La compressione naturale produce un effetto “avvolgente” controllato sulle note
  • Forte focus sulle fondamentali con un suono diretto, poco risonante, senza armonici

Modelli in evidenza

Cedro rosso occidentale

Profilo sonoro

  • Meno denso dell’abete e genera un suono più caldo e più suonato
  • L’ulteriore presenza delle medie aggiunge complessità
  • Molto sensibile ai chitarristi con un tocco leggero, ma con più dinamica per lo strumming grazie alla catenatura a V

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