Manchester Orchestra singer and guitarist Andy Hull prepares to play in black and white photo

Sonorità

Sonorità: Estate 2021

Scorri verso il basso

Un riepilogo delle ultime notizie dal mondo Taylor, tra cui orologi in edizione limitata, reazioni alla Taylor GT e una sessione di domande e risposte con un artista speciale.

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Beatie Wolfe / Taylor Primetime / Original Grain / GT Love / Universal Vibrations / Folk Alliance / Manchester Orchestra

Beatie Wolfe: da Green to Red al Summit di Premi Nobel

Beatie Wolfe, cantante, compositrice e innovatrice discografica britannica (324ce110e), ha dedicato la sua carriera a cambiare il modo in cui le persone interagiscono con l’arte e la musica. La sua passione per la realizzazione di nuovi format immersivi volti alla creazione e all’ascolto della musica non si basa solo su composizione e incisione, ma anche sull’uso di forme musicali fantasiose con cui esplorare temi importanti e preservare il senso di umanità. In passato, si è esibita dall’interno di una camera anecoica (una stanza speciale progettata per assorbire tutte le onde sonore), ha proiettato la sua musica nello spazio siderale e ha progettato la prima esperienza di realtà aumentata a 360 gradi con cui visualizzare il suo album Raw Space.

Wolfe è stata recentemente invitata al Summit inaugurale di Premi Nobel, un evento virtuale tenutosi dal 26 al 28 aprile 2021. L’evento, chiamato “Our Planet, Our Future” (Il nostro pianeta, il nostro futuro), ha riunito pensatori, artisti e leader di tutto il mondo per elaborare soluzioni al problema del cambiamento climatico globale, il tutto interrogandosi su quali traguardi possiamo raggiungere in questo decennio per incamminarci verso un futuro più sostenibile e prospero a beneficio di tutta l’umanità.

Oltre ai problemi ambientali, l’evento ha trattato temi come la disuguaglianza e il ruolo della tecnologia, due questioni fortemente collegate alla crisi climatica. Wolfe è stata chiamata a esibirsi e parlare del problema della vegetazione urbana sempre meno presente nelle città di tutto il mondo. (Non c’è da sorprendersi che a parlare sia stata proprio lei, convinta sostenitrice dell’iniziativa “Legno urbano” di Taylor.) La sua presenza è poi culminata in una performance musicale che ha fatto da sfondo a una serie di dati forniti dalla NASA che indicavano la rapida accelerazione delle emissioni di gas serra negli ultimi decenni. Questa illustrazione animata mostra la linea temporale del nostro pianeta negli ultimi 800.000 anni, contestualizzando un problema divenuto profondamente complesso.

Wolfe e la sua opera d’arte musicale intitolata “From Green to Red” sono state presentate dal Premio Nobel e fisico premiato Robert Woodrow Wilson, che in passato aveva aiutato Wolfe a proiettare il suo album nello spazio dall’Antenna di Holmdel in New Jersey, la stessa antenna in cui Wilson e Arno Penzias scoprirono per la prima volta un fondo cosmico a microonde.

Wolfe considera il suo lavoro come “opera di protesta ambientale” ideata per sensibilizzare sull’impatto del comportamento umano sul pianeta.

Beatie Wolfe e il fisico Robert Woodrow Wilson introducono “Green to Red” di Wolfe.

Il Primetime di Taylor

Per coloro che seguono Taylor da un anno a questa parte non sarà certo una novità sentir parlare di Taylor Primetime, la nostra serie settimanale di interviste live trasmesse su YouTube. Primetime è stata fonte di ispirazione e intrattenimento e, nella seconda stagione in corso, abbiamo parlato con Brian Collins del percorso da musicista indie, con il nostro Bob Taylor di come usare i robot per fabbricare chitarre, e con Paul Pesco, il “chitarrista invisibile” della sua carriera da turnista.

In questo episodio di Primetime, Bob Taylor risponde a varie domande, tra cui quelle sulla componente robotica nella fabbrica Taylor.

Ad aprile abbiamo avuto con noi Mark Moore, supervisore del nostro reparto di fresatura, che ci ha illustrato in dettaglio cosa avviene con i materiali in quel settore della fabbrica. Ma prima di questo, abbiamo parlato con l’esperto Mike Venezia di come chi fa musica può esplorare nuovi suoni e “gusti” tonali con la propria chitarra acustica, scoprendo così un proprio stile individuale e ben contraddistinto.

Entra nel reparto di fresatura con Mark Moore, il supervisore della fabbrica Taylor.

Ogni settimana, i nostri presentatori Jay Parkin, Lindsay Love-Bivens e Andy Lund ci arricchiscono con nuove interviste, rapide sessioni di domande e risposte col pubblico e tanti altri contenuti interessanti. Da non perdere, ogni mercoledì alle 3 di notte (ora italiana) sul nostro canale YouTube.

Una Grainde iniziativa 

Nel corso dei primi mesi dell’anno, abbiamo avviato una partnership con Original Grain, un’azienda produttrice di orologi di San Diego, al fine di progettare e produrre un’edizione limitata di orologi firmati Taylor che incorporano il nostro ebano Crelicam e il nostro Urban Ash. Original Grain è un’azienda specializzata in orologi con quadranti, ghiere e altri componenti in legno, e ogni design è realizzato con legno e altri materiali che hanno una storia da raccontare. I loro orologi Taylor, unici grazie alla tonalità scura dell’ebano e al marrone cioccolato dell’Urban Ash, vengono messi in risalto dai quadranti in abalone e dalla tipica paletta Taylor e hanno superato ogni aspettativa sia quanto a realizzazione che a domanda.

  

La prima serie di 300 orologi è andata a ruba già a febbraio, un evento che ci ha spinti a rinnovare la partnership per un secondo ordine, tre volte maggiore del primo. Il progetto ha suscitato l’interesse di un notiziario del canale locale KUSI San Diego, che ha deciso di intervistare Scott Paul (il nostro direttore della sostenibilità delle risorse naturali) e Ryan Beltran (co-fondatore del marchio Original Grain).

La cosa migliore? Parte dei ricavi degli orologi andrà a due organizzazioni che operano per nobili fini: Guitar4Vets, che distribuisce chitarre e offre lezioni agli ex militari affetti dal disturbo da stress post-traumatico e altri problemi psichici, e Tree San Diego, che opera per ripristinare, coltivare e proteggere il verde urbano della contea di San Diego. Già solo nella prima fase del progetto le due organizzazioni sono riuscite a raccogliere oltre 12.000 dollari.

A giugno, Guitar4Vets terrà una cerimonia per otto veterani locali che riceveranno delle chitarre Taylor a bordo della USS Midway attraccata nel distretto Embarcadero di San Diego. Per tutti i dettagli sugli orologi e su come acquistarli, visita il sito OriginalGrain.com.

Il successo della Taylor GT

Dopo l’uscita delle ultime bellezze appartenenti alla famiglia GT in continua espansione, la GT 811e in palissandro/abete rosso e la GT K21e interamente in koa, c’è stato molto fermento tra i recensori che desideravano provare le nuove versioni della nostra chitarra acustica interamente in legno massello e in scala corta. Le due chitarre condividono con l’originale GTe Urban Ash uno stile rinnovato e più compatto per il corpo, stavolta con nuove combinazioni di legni conformi alle già consolidate serie 800 e Koa della nostra linea standard.

In un articolo sul magazine britannico Guitarist, David Mead definisce la GT 811e una “rivelazione” che aggiunge “un paio di marce in più” alle possibilità tonali offerte dalla GTe Urban Ash.

“Non ci aspettavamo di divertirci tanto a suonarla, né che fosse così versatile in vari generi musicali”, scrive Mead. “Abbiamo provato un blues pizzicato, accordi suonati con plettro e fingerstyle in acustico, e la risposta della 811e è caratterizzata da una prontezza da vera poliglotta.”

E ancora, Mead parla del feeling delicato tipico di tutti i modelli GT grazie alla lunghezza inferiore alla media e al corpo compatto, che avvicina le mani per un tocco più intimo e comodo.

“La scala corta… ricrea la stessa sensazione di morbidezza tipica di un’accordatura più bassa” aggiunge, “al contempo ottimizzando l’esperienza generale.”

In un altro quadrante del web, Peghead Nation ha recensito la GT K21e dopo aver suonato, nei mesi precedenti, la GT 811e. Dopo aver ascoltato entrambe le chitarre, Teja Gerken aveva tracciato un paragone utile e interessante, concentrandosi sulla corposità e sulle texture sonore della versione in koa.

“Ho notato il suono caldo e la completezza tonale”, afferma Gerken. “Per gusto personale preferisco i top in abete anziché legni duri come koa o mogano, ma devo ammettere che, in questo caso, il top in koa produce una tonalità più sofisticata.”

Gerken ha anche avuto la possibilità di suonare la GT K21e usando un amplificatore acustico, dando modo all’ES2 integrato di risplendere anche su un corpo nuovo e di dimensioni ridotte.

“Collegare la chitarra a un amplificatore Fishman ha dato vita a un’eccellente voce amplificata pressoché indistinguibile rispetto alle Taylor di dimensioni standard con le stesse componenti elettroniche”, scrive Gerken.

Dopo queste e altre lodi sulla suonabilità e il feeling della GT, Gerken conclude la recensione con un piacevole apprezzamento della GT K21e, definendola un’opzione perfetta per i musicisti più accorti.

“I musicisti in cerca di una splendida chitarra dal carattere sofisticato e dalla tonalità contemporanea, ma allo stesso tempo incredibilmente semplice da suonare, non dovranno più attendere,” conclude, “perché quest’ultima Grand Theater ce le ha tutte!”

Anche Guitar Girl Magazine ha espresso il proprio favore per la GT con un’intervista condotta a metà aprile con Lindsay Love-Bivens, artista e manager delle relazioni con la community di Taylor. Lindsay ha parlato della sua esperienza con le chitarra GT, elogiandone il perfetto connubio tra portabilità e suonabilità, e sottolineandone la grande cura dei dettagli.

“Si vedono tanti musicisti. professionisti e non, che cercano chitarra più piccole”, ha detto Lindsay. “Tuttavia, nessuno è disposto a sacrificare il tono o l’esperienza full-body delle chitarre più grandi. Per cui, per chi è in cerca di chitarre dalle dimensioni ridotte ma di qualità eccelsa, eccola qui.”

Vibrazioni universali

Nota dell’editore: Nei primi mesi dell’anno, Tate Ward, proprietario di Taylor da poco laureato al college, si è messo in contatto con noi per parlarci del valore affettivo della sua Big Baby. Dopo un paio di mail, abbiamo convenuto che sarebbe stato bello se lui stesso avesse intervistato colui che gliela regalò: Ed Roland, cantante e chitarrista ritmico della band Collective Soul. L’intervista verte su come nacque in Roland la passione per le chitarre e sull’importanza di condividere col prossimo il dono della musica.

Conobbi Ed Roland, cantante, compositore e chitarrista della band Collective Soul, quando ero ragazzo. Io e suo figlio Lindsey ci consideriamo cugini (è una lunga storia). Ed vive per la famiglia, sia dentro che fuori la musica. Per lui, la band è una famiglia. In tutta la sua vita, la musica e le chitarre sono sempre state un dono ricevuto e condiviso piacevolmente con gli altri. E io lo so bene. Quando ero ragazzino, Ed scoprì il mio interesse per le chitarre e, un giorno, mi fece arrivare un pacco con il regalo migliore di sempre: una chitarra Taylor Big Baby.

Nel lungo tempo di inattività dovuto alla pandemia in corso, ho avuto la possibilità di parlare con Ed riguardo ai concetti di dono, famiglia, cultura delle chitarre e vibrazioni che compongono l’universo.

Quando ero giovane mi hai regalato una Taylor. A cosa devo questo gesto?

Rimarrà con te per tutta la tua vita… Io sono cresciuto in una famiglia di musicisti: mia madre suonava il piano, mio padre aveva una formazione lirica. Bono disse “Impara tre accordi e conquisterai il mondo”. Io dico “Impara tre accordi e goditi la vita”.

Come hai ricevuto la tua prima chitarra?

Me la regalò un amico, Terry Hamilton. Un giorno gli dissi che volevo imparare a suonarla. Lui si presentò il giorno dopo e me ne regalò una. L’estate dopo iniziai a dipingere recinti per fare un po’ di soldi e comprarmene una elettrica; una volta guadagnato abbastanza, i miei videro che volevo fare sul serio e me la comprarono loro. Quindi la mia prima acustica fu un regalo di un amico, la prima elettrica un regalo dei miei genitori.

Come hai imparato a suonare?

[Terry] mi regalò una raccolta dei brani di Elvis con la diteggiatura di ogni accordo… Per due-tre mesi non feci altro che sbagliare, poi migliorai.

Sembra quindi che i tuoi fossero contenti che suonassi la chitarra.

Molto contenti. Mi lasciavano restare sveglio fino a tardi per fare pratica, purché al mattino mi svegliassi senza fare storie.

Da dov’è nata questa voglia di suonare?

Suonavo il clarinetto, [ma] volevo qualcosa che facesse più rumore… Ricordo una foto di Paul McCartney con una chitarra quando era nei Wings. Pensai “Che figata. Ho trovato la mia strada: voglio una chitarra.”

Com’è stato avere una band con tuo fratello?

Non potrei mai immaginare una band senza di lui… Quando in viaggio con te ci sono i tuoi amici e la tua famiglia, è tutto più facile e non senti mai la nostalgia di casa. Al contrario, la accuso quando sono a casa e mi mancano i miei compagni di vita.

So che anche tuo figlio Lindsey è entrato nell’ambito musicale. È importante per te tenere viva la musica in famiglia?

Per me è importante che i miei figli siano felici… Se vogliono fare musica, ottimo, ma sta a loro deciderlo. Io li supporterò qualunque cosa loro scelgano di fare, nei limiti in cui loro stessi mi permetteranno di farlo.

Credi che la musica possa creare delle connessioni con le persone a cui altrimenti non arriveresti?

Al cento percento. La musica è una forma di comunicazione a sé. Abbiamo suonato in posti dove non capivamo la lingua e i fan non capivano la nostra, ma abbiamo suonato e alla fine ciò che conta sono le vibrazioni. È di questo che siamo fatti. L’intera galassia si compone di vibrazioni.

Io vengo dal Kentucky e la chitarra gioca un ruolo importante nella cultura di questo stato. Credi che lo stesso valga per la Georgia?

La Georgia ha una cultura molto diversificata… ci sono parecchi negozi di chitarre di un certo livello, per cui mi piace pensare di sì! Se dovessi dire cosa va per la maggiore in Georgia, direi più il football. Mi piacerebbe che al primo posto ci fosse la chitarra, ma nulla batte il football.

Che impatto ha avuto il coronavirus sulla band?

Beh, è un anno che siamo bloccati ormai. Abbiamo fatto un paio di live, tutto con la massima attenzione. Come tutti, cerchiamo di essere responsabili nel rispetto della situazione. Siamo bloccati, ma ho usato bene questo tempo. Parlando di numeri, abbiamo inciso due dischi durante l’anno per restare sul pezzo. Ci ha tenuti impegnati, abbiamo avuto cose da fare e possibilità di vederci. Cerchiamo sempre di impiegare al meglio il nostro tempo.

Che impatto ha avuto la pandemia invece sulle band minori? Di live se ne sono visti ben pochi.

Beh, dal punto di vista economico, questo è un periodo pessimo per mettere su una band. Puoi scrivere, provare, mettere a punto ogni cosa, ma dovrai comunque aspettare che passi tutto per suonare live: la parte più importante per me. È la musica dal vivo che fa muovere le generazioni più giovani, oggi.

So che in passato ti sei esibito in concerti di beneficenza. Questo genere di eventi si tiene ancora, vista la pandemia?

No. Solitamente ne tengo uno in un posto chiamato Eddie’s Attic ad Atlanta, ma quest’anno niente. Sono andato nella Carolina del Sud approfittando delle restrizioni meno severe e ho suonato due live in una sola serata, racimolando parecchi soldi per assicurare il Natale ai bambini meno fortunati.

L’idea del dare e avere con la musica è visibilmente importante per te. Potresti aggiungere qualcosa?

Amo viaggiare con le mie chitarre, e le Baby Taylor sono perfette. Ho modo di esprimermi e mi diverto molto… Voglio che tutti provino ciò che provo io quando suono, voglio che tutti siano felici.

Ho circa 300 chitarre, e il mio sogno è di poterle donare un giorno a una scuola o un college perché diventino una sorta di libreria dove provarle e da lì creare una band. Ritengo che la musica sia fondamentale per la vita di tutti noi senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Quando saliamo in auto per portare i figli a scuola e accendiamo la radio, la musica si presenta nelle nostre vite più di quanto crediamo. Per me è un modo meraviglioso di vivere la vita e amo condividerla così.

Dici di voler donare le tue chitarre a una scuola. Credi che avermi regalato una Taylor sia una specie di microcosmo di questo desiderio?

Sì, l’unica differenza sta nel fatto che a scuola possono solo provarle, quella invece è la tua! Il punto è questo: amo davvero le chitarre e mi piace condividere così.

C’è folk e folk

Taylor ha mantenuto una relazione duratura con Folk Alliance International, un’organizzazione volta a promuovere, condividere e preservare lo straordinario potere culturale della musica folk, in tutte le sue forme. L’ideale di inclusione tipico di questo genere è tale da comprendere una serie di sottogeneri che va dalla musica “Americana”, all’hip-hop alle radici globali. Così come molte altre organizzazioni, anche FAI si è vista costretta quest’anno a organizzare il consueto raduno annuale in forma digitale, tenendo viva la fiamma della musica con un’esperienza virtuale che a febbraio ha incluso un’esibizione  condotta dal cantautore Dan Navarro. Presentata in partnership con Taylor Guitars, l’esibizione prevedeva una carrellata di artisti Taylor provenienti da varie parti del vasto universo folk, comprese performance di Jade Bird, Katie Pruitt, Jackie Venson, Glen Phillips, Deborah Holland, Sara Niemietz e Snuffy Walden, Hannah Bethel, Steve Poltz e lo stesso Navarro.

L’evento, pregno di reinterpretazioni in chiave acustica di vari classici folk e brani originali, ha dato spazio a numerosi momenti di rilievo, tra cui “Pandemic Blues” di Steve Poltz, una parodia geniale ed esilarante della vita che conduciamo da un anno a questa parte. Dopo l’uscita del video a febbraio, la rivisitazione musicale di Poltz sulla vita in pandemia ha fatto il giro dei social media. Il video merita di essere visto, per questo alleghiamo il link in basso. “Pandemic Blues” parte intorno al minuto 42:15, ma consigliamo di dare un ascolto anche alle altre imperdibili performance.

Guarda Steve Poltz, Jade Bird, Jackie Venson e tanti altri del Folk Alliance Spotlight Showcase 2021.

I Manchester Orchestra spopolano anche al mattino

Direttamente da Atlanta, il gruppo indie rock Manchester Orchestra ha raccolto diversi plausi della critica sin dal debutto nel 2004. Di recente, il frontman e chitarrista solista Andy Hull ha riscoperto un’attrazione quasi gravitazionale per le chitarre acustiche Taylor, al punto da aver scelto di incidere parti del nuovo album della band, The Million Masks of God, usando le sue nuove Taylor. Da quando ha scelto di intraprendere quest’avventura con le Taylor, Andy ha suonato una 717e Builder’s Edition, una GTe Urban Ash e una 816ce Builder’s Edition, l’ultima delle quali durante una recente apparizione in un segmento di “Saturday Sessions”, nel programma CBS This Morning. Nel programma mattutino i Manchester Orchestra hanno suonato due brani tratti dall’album prossimamente in uscita in versione “unplugged” cruda, in forte contrasto con il sound ben più elettrico dell’album.

I Manchester Orchestra eseguono il loro brano “Bed Head” nel programma CBS This Morning. Andy Hull suona una Taylor 816ce Builder’s Edition.

Puoi ascoltare The Million Masks of God sui servizi di streaming dove vuoi, oppure ricevere la tua copia fisica qui.

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